CMI sposa l’Open Access
Laura Fascio Pecetto 1
1 Redattrice, SEEd Medical Publishers
Editoriale
A 6 anni dalla sua nascita, la rivista Clinical Management Issues decide di sposare l’ideologia dell’Open Access.
L’Open Access trae le sue origini da un incontro dell’Open Society Institute che avvenne a dicembre del 2001 nella capitale dell’Ungheria, a cui seguì la stesura della Budapest Open Access Initiative, che definì l’Open Access come segue: «By “open access” to this literature, we mean its free availability on the public internet, permitting any users to read, download, copy, distribute, print, search, or link to the full texts of these articles, crawl them for indexing, pass them as data to software, or use them for any other lawful purpose, without financial, legal, or technical barriers other than those inseparable from gaining access to the internet itself. The only constraint on reproduction and distribution, and the only role for copyright in this domain, should be to give authors control over the integrity of their work and the right to be properly acknowledged and cited.»
Il fascino dell’Open Access, nonché la ragione che ha portato l’editore a operare questa scelta sia per CMI, sia per le altre riviste, ha radici profonde e ramificate.
Innanzitutto l’Open Access permette una diffusione della letteratura medica equa e rapida: gli articoli in formato elettronico che sottostanno alla Creative Commons Attribution 3.0 License possono essere diffusi istantaneamente e soprattutto non necessitano di pagamenti per essere letti e scaricati. Si abbattono, così, le barriere di tempo, di spazio e di status socio-economico a favore di una cultura medica che possa essere condivisa e partecipata davvero da tutti gli esperti del settore, anche dai Paesi in via di sviluppo, anche da realtà di ricerca che non godono di finanziamenti, anche da istituzioni colpite dai tagli di budget che la crisi economica ha imposto.
La diffusione ne beneficia immensamente: infatti sono consentiti l’uso, la distribuzione e la riproduzione tramite qualsiasi mezzo purché il lavoro originale sia adeguatamente citato e non venga utilizzato a fini commerciali.
Una veloce distribuzione della conoscenza sembra essere l’unica risposta ai ritmi di avanzamento ormai vertiginosi della scienza e degli sviluppi tecnologici.
Gli autori stessi traggono un grande vantaggio dalla modalità Open Access: i loro articoli acquisiscono una maggiore visibilità e conseguentemente un maggior tasso di citazione dei loro articoli; la circolazione dei loro lavori può essere ulteriormente incrementata con l’uso della lingua inglese, che viene caldamente incoraggiato dalla rivista CMI, come gli scorsi numeri testimoniano.
Il suo nuovo sito, http://journals.edizioniseed.it/index.php/cmi, è basato su Open Journal Systems journal management ed è accessibile con un link diretto anche tramite la schermata relativa alle riviste da www.edizioniseed.it.
Per accedere agli articoli o per sottometterne uno all’attenzione della redazione è sufficiente effettuare la registrazione gratuita al sito: tutti gli articoli attualmente in archivio potranno essere letti come pdf e quelli pubblicati in seguito saranno accessibili gratuitamente in formato html. Una volta effettuata la registrazione, sarà anche possibile effettuare la submission online e seguire il processo di peer-reviewing e di editing dell’articolo direttamente sulla piattaforma. Gli stessi referee potranno seguire la lavorazione dell’articolo a loro assegnato: la piattaforma, infatti, è in grado di mantenere la doppia cecità del referaggio. Gli autori potranno caricare online anche le versioni successive dell’articolo, quelle che sono andate incontro alle modifiche suggerite dai referee. L’articolo sarà visibile da tutti gli utenti del sito non appena pubblicato.
Speriamo sinceramente che i lettori e gli autori abbraccino, come noi, la filosofia dell’Open Access e si affezionino a questa nuova modalità di gestione della rivista.
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