PM&AL 2015;9(1)3-5.html

Una nuova relazione europea analizza il rischio correlato ai tumori professionali

Rossella Iannone 1

1 Editor SEEd Medical Publishers

A new European report analyzes the risks related to occupational cancer

Pratica Medica & Aspetti Legali 2015; 9(1)3-5

http://dx.doi.org/10.7175/PMeAL.v9i1.1163

Corresponding Author

Rossella Iannone

r.iannone@edizioniseed.it

 

Il 4 febbraio 2015 è stata celebrata la giornata mondiale contro il cancro, e in questa occasione l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSH, EU Occupational Safety and Health) ha diffuso la sua relazione sui tumori lavoro-correlati [1], che rappresentano ancora un importante problema di salute in tutta Europa, e non solo, soprattutto in relazione all’esposizione dei lavoratori a sostanze cancerogene. Obiettivi dichiarati della relazione dell’EU-OSHA sono stati: la descrizione dell’esposizione in ambiente lavorativo a sostanze cancerogene e delle condizioni di lavoro che possono causare/promuovere l’insorgenza di tumore sul luogo di lavoro; la valutazione delle attuali fonti di informazione, l’identificazione delle lacune maggiori e la descrizione di nuovi approcci per valutare e prevenire il rischio di tumore professionale; la descrizione delle misure di prevenzione del rischio attualmente messe in atto; l’elaborazione di alcune raccomandazioni per colmare le lacune riscontrate e prevenire più efficacemente, in futuro, il rischio di tumore occupazionale.

La relazione è stata elaborata a partire da tre tipi di fonti informative: registri nazionali, dati di laboratorio sui valori di esposizione a sostanze cancerogene e sistemi informativi basati sulla stima dei soggetti esposti e del loro livello di esposizione ad alcune sostanze selezionate. Tali fonti non sono disponibili in modo omogeneo per tutti gli stati dell’Unione Europea e a volte non sono aggiornate, e questo rappresenta una delle maggiori criticità. Per quanto riguarda i registri nazionali, in Italia è presente il Sistema Informativo Registro di Esposizione e Patologie (SIREP).

Sono considerati fattori potenzialmente cancerogeni non solo l’esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici, ma anche altre condizioni di lavoro quali i turni e il lavoro notturno che recentemente, per la loro componente di alterazione del ritmo circadiano e sedentarietà, sono stati identificati come possibili cause di tumore occupazionale. Da non sottovalutare è anche la componente di stress correlata al lavoro, che può indirettamente essere causa di patologie tumorali in quanto i soggetti in particolari condizioni di stress possono dedicarsi ad abitudini nocive quali il fumo, il consumo eccessivo di alcol, le droghe, un’alimentazione sregolata.

Un altro rischio emergente riguarda i nanomateriali e i composti con effetti endocrini. In Tabella I si riportano alcuni fattori di rischio di tumore occupazionale.

Presentando la relazione, Christa Sedlatschek, direttrice dell’EU-OSH, afferma: «La relazione contiene raccomandazioni pratiche su come ampliare ulteriormente le nostre conoscenze sui tumori professionali. Sebbene negli ultimi tempi la ricerca sul cancro abbia fatto progressi significativi, i rischi relativi ai tumori professionali sono ancora poco noti. Pertanto è fondamentale migliorare la consapevolezza e le conoscenze in merito a tali rischi: questa relazione rappresenta un primo passo in questa direzione».

Categoria

Esempio

Sostanze chimiche

Gas (cloruro di vinile, formaldeide), liquidi volatili (benzene), liquidi non volatili (tinture per capelli), solidi (silice, asbesto, arsenico, piombo, nichel), fumi (fumi di saldatura, emissioni diesel, fumo di tabacco), miscele (solventi)

Pesticidi

Composti organici alogenati (DDT, etilene dibromuro)

Sostanze farmaceutiche

Farmaci antineoplastici (chemioterapici, agenti alchilanti), anestetici (evidenza in vitro per isoflurano)

Fattori emergenti

Inquinamento atmosferico e polveri sottili (emissioni di auto e di processi industriali), composti con effetti endocrini (alcuni pesticidi, alcuni ritardanti di fiamma)

Fattori biologici

Batteri (Helicobacter pylori), virus (epatite B e C), micotossine di origine fungina, Aspergillus flavus, A. parasiticus, Penicillium griseofulvum, A. ochraceus, A. carbonarius, P. verrucosum, A. versicolor, Emericella nidulans, Chaetomium spp., A. flavus, A. parasiticus, Fusarium spp.

Fattori fisici

Radiazioni ionizzanti (radon, raggi X), raggi ultravioletti, ergonomia del posto di lavoro e delle attrezzature (lavoro sedentario)

Fattori correlati all’organizzazione del lavoro

Turni di lavoro che alterano il ritmo circadiano, lavoro statico, prolungata posizione seduta o in piedi

Fattori correlati allo stile di vita

Abitudini nocive dovute allo stress (obesità, fumo, alcol, droghe)

Fattori combinati

Sostanze chimiche e radiazioni, fattori correlati all’organizzazione del lavoro e sostanze chimiche

Tabella I. Sostanze cancerogene secondo la relazione EU-OSH. Modificata da [1]

Secondo gli obiettivi della legislazione europea OSH, i governi e i responsabili devono garantire che i rischi di tumore occupazionale siano identificati e che l’esposizione a questi fattori sia vietata. Le eventuali deroghe a tale obbligo possono essere concesse solo in casi ben motivati e a patto di strette misure di monitoraggio e controllo, compreso la verifica dell’efficacia della protezione messa in atto in ogni singolo caso e una costante supervisione medica.

La relazione dell’EU-OSH evidenzia come, in generale, le informazioni sull’esposizione a sostanze cancerogene in ambito lavorativo in Europa siano datate e incomplete. Negli anni Novanta è stato implementato il sistema CAREX (International Information System on Occupational Exposure to Carcinogens) il cui aggiornamento però non viene effettuato con regolarità: secondo gli autori, questo punto dovrebbe invece essere considerato come prioritario.

Per quanto riguarda le sostanze chimiche, fondamentale è stato il regolamento europeo n. 1907/2006 (REACH) [2], che ne ha regolamentato l’immissione in commercio e la cui applicazione sta avendo ripercussioni positive sulle nuove sostanze introdotte sul mercato, anche se la correlazione con il tumore occupazionale viene ancora indagata raramente.

Un altro punto critico è la questione delle sostanze generate dai processi produttivi, che non rientrano nel regolamento REACH. Inoltre si è assistito negli ultimi anni ad un notevole incremento degli impiegati nel settore dei servizi, come ad esempio l’assistenza sanitaria, per il quale è più difficile monitorare l’esposizione a fattori cancerogeni.

Secondo gli autori, gli sforzi richiesti per migliorare la situazione sono molti, e a livelli diversi: dal miglioramento dell’applicazione della legislazione, alle campagne di sensibilizzazione per migliorare la percezione del rischio di tutte le parti interessate, a specifiche misure globali di prevenzione per tutti i processi di lavoro che coinvolgono i fattori di rischio. Aspetto da non sottovalutare è inoltre la riduzione delle barriere al risarcimento, e a tal proposito la relazione cita l’interessante politica messa in atto dalla Danimarca, che ha recepito nella sua normativa come fattori cancerogeni quasi tutti quelli stabiliti dallo IARC (International Agency for Research on Cancer).

In conclusione gli autori del report sottolineano con forza che la misura di prevenzione più efficace è evitare l’esposizione, e che questo principio dovrebbe essere ribadito facendo rispettare scrupolosamente la gerarchia delle misure di controllo e impegnandosi costantemente per fornire indicazioni sempre più “su misura” alle aziende, in modo da favorirne l’applicazione. Le raccomandazioni finali degli autori relativamente a tutti i punti di criticità individuati nell’analisi sono riassunte efficacemente nella tabella finale della relazione.

Bibliografia

  1. European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSH). Exposure to carcinogens and work-related cancer: A review of assessment methods. European Risk Observatory Report 2014. Disponibile online su https://osha.europa.eu/en/publications/reports/report-soar-work-related-cancer (ultimo accesso febbraio 2015)
  2. Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH). Disponibile online su http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:396:0001:0849:IT:PDF (ultimo accesso febbraio 2015)

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