PM&AL 2015;9(3)71-79.html

La tecnica di analisi proattiva FMEA/FMECA per la gestione del rischio clinico in diagnostica di laboratorio

Elisa Porcu 1, Patrizio Di Denia 1, Daniela Cavedagna 2, Maurizia Rolli 3, Luca Bianciardi 3

1 Ufficio Risk Management, Direzione Sanitaria, IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna

2 Servizio di Assistenza Infermieristica, Tecnica e della Riabilitazione, IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna

3 Direzione Sanitaria, IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna

Abstract

At the IRCCS Rizzoli Orthopaedic Institute of Bologna the FMEA/FMECA technique has been used for several years in the laboratory diagnostics setting for the analysis of processes, the proactive identification of possible mistakes and the implementation of improvement actions.

In five laboratories of the Institute, current critical processes have been mapped to identify priority risks. Therefore, the intervention priorities have been defined, the improvement plans implemented and the efficacy in reducing the risks evaluated.

The results were assessed by calculating the index of improvement (IM), as the ratio between the value of the Risk Priority Number (RPN) obtained by an evaluation before (ex-ante) and after (ex-post) the improvement actions. In all analyzed diagnostic processes initial values RPN were reduced and all IM showed values > 1.

In addition, as result of risk analysis, 75 improvement actions were implemented, divided into: training/information (18,7%), organizational changes (53,3%), acquisition/maintenance of equipment and technologies (10,7%), revision and elaboration of procedures/protocols (16%), structural adjustments (1,3%).

The technique FMEA/FMECA has proven to be useful to identify critical and high-risk processes proactively and to implement improvement actions according to priorities.

Keywords: Patient safety; Clinical risk management; FMEA; FMECA; Risk analysis; Laboratory diagnostic process

FMEA/FMECA proactive analysis technique for clinical risk management in laboratory diagnostics

Pratica Medica & Aspetti Legali 2015; 9(3): 71-79

http://dx.doi.org/10.7175/pmeal.v9i3.1198

Corresponding author

Dott.ssa Elisa Porcu

Ufficio Risk Management

Direzione Sanitaria

IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli

Via Pupilli 1

40136 Bologna

tel.: +39-051-6366954

fax: +39-051-6366442

elisa.porcu@ior.it

Disclosure

Gli autori dichiarano di non avere conflitti di interesse di natura finanziaria in merito ai temi trattati nel presente articolo

Introduzione

Il processo diagnostico di laboratorio rappresenta un momento di fondamentale importanza nell’iter di cura dei pazienti, in quanto spesso costituisce la prima fase del percorso clinico-assistenziale. Mentre per i laboratori di patologia clinica e i servizi trasfusionali sono presenti in letteratura numerose esperienze di applicazione degli strumenti di risk management, nei laboratori di anatomia patologica e di genetica medica esse risultano piuttosto scarse [1].

La Failure Mode and Effect Analysis/Failure Mode and Effect Criticality Analysis (FMEA/FMECA), di seguito solo FMEA, che prevede una mappatura dei processi per individuarne proattivamente i rischi, è una tecnica di analisi utilizzata nelle “organizzazioni ad alto rischio”, come per esempio centrali nucleari, industrie aerospaziali, ecc.; da circa un decennio è applicata anche in contesti sanitari, al fine di individuare e trattare i potenziali rischi presenti nei processi clinico-assistenziali, con l’obiettivo di prevenire gli errori e gli incidenti prima del loro accadimento [2]. La FMEA, infatti, ha iniziato a essere utilizzata negli anni ‘60 nell’industria aerospaziale, per essere poi adottata, attorno agli anni 2000, anche in ambito sanitario, sia in setting specifici, come l’ambito ostetrico-ginecologico [3], sia, per esempio, nel processo di terapia farmacologica ad alto rischio, nel processo trasfusionale, in Pronto Soccorso, ecc. [4-7].

L’utilizzo della FMEA in ambito sanitario è stato incoraggiato da diverse Agenzie e organizzazioni non-profit per la qualità e sicurezza: negli anni 2000, il Veterans Affairs National Center for Patient Safety ha promosso tra i suoi ospedali accreditati un sistema di prevenzione che includeva anche l’applicazione della FMEA in ambito sanitario, fino a implementare la Healthcare Failure Mode and Effect Analysis (HFMEA) come strumento principale per la valutazione e prevenzione degli errori nei suoi ospedali [8-10].

Sulla scia di tale esperienza di successo, la Joint Commission on the Accreditation of Healthcare Organizations (JCAHO) ha introdotto nel 2001 il nuovo standard “LD. Standard 5.2.”, in base al quale le organizzazioni sanitarie accreditate devono applicare la FMEA almeno una volta all’anno a un processo critico [11].

Successivamente, anche la Technical Committee ISO TC/212 ha indicato la FMEA per la valutazione dei processi ad alto rischio in laboratorio [12].

La FMEA rientra tra gli strumenti proattivi del risk management, in quanto prevede l’analisi di un processo predefinito e l’individuazione, da parte di un team multidisciplinare, dei possibili difetti o errori prevenibili (i cosiddetti failure mode) prima che essi accadano, al fine di attribuire delle priorità ai cambiamenti da implementare per garantire una maggiore sicurezza delle cure. Sebbene durante l’applicazione della FMEA le valutazioni effettuate siano soggettive e rendano i risultati di questa tecnica scarsamente generalizzabili, l’approccio proattivo è considerato comunque particolarmente utile, perché permette di intercettare gli errori prima del loro accadimento e, quindi, di individuare le situazioni potenzialmente pericolose [13].

Materiali e metodi

La tecnica FMEA è un metodo qualitativo, attraverso il quale, dall’analisi delle singole attività di un processo, è possibile individuare i difetti o gli errori che possono accadere durante un processo e, quindi, implementare azioni di miglioramento per evitarne l’accadimento. A integrazione della FMEA viene solitamente utilizzata la tecnica FMECA, che, rispetto alla prima, introduce delle valutazioni quantitative di ogni failure mode.

Il presupposto sottostante l’applicazione delle tecniche FMEA e FMECA è il principio secondo il quale il rischio, definito come «una combinazione tra la probabilità di accadimento di un danno e la severità di quest’ultimo» [14,15], sia correlato non soltanto alla probabilità che si verifichi un errore, ma anche alla gravità delle sue conseguenze e alla possibilità di intercettarlo prima che si verifichi (rilevabilità). Pertanto, ad ogni failure mode sono assegnati tre valori numerici relativi a: gravità, probabilità di accadimento e rilevabilità. Il prodotto dei tre valori è definito come Indice di Priorità di Rischio (IPR) e permette di attribuire una priorità alle azioni di miglioramento da realizzare [16].

L’applicazione della FMEA/FMECA si compone solitamente di 5 step [13]:

  1. scelta del processo critico da analizzare;
  2. costituzione del team multidisciplinare;
  3. raccolta e organizzazione delle informazioni inerenti il processo da sottoporre ad analisi;
  4. conduzione dell’analisi dei rischi;
  5. sviluppo e implementazione delle azioni di miglioramento e monitoraggio degli outcome.

La scelta del processo critico da analizzare è generalmente influenzata dalla sua complessità e dalla pericolosità sulla sicurezza del paziente.

È opportuno che il team, coordinato da un leader, sia multidisciplinare e composto da professionisti con compiti diversi, ma tutti esperti del processo da analizzare.

Successivamente, il team scompone il processo nelle diverse fasi e attività e in una flow chart viene rappresentato “ciò che accade realmente” nella pratica.

I failure mode, che rappresentano ciò che può andare “storto” in ogni fase del processo, possono dipendere da errori umani, difficoltà comunicative, criticità nelle attrezzature, od ogni altra criticità che possa interrompere il processo e influire sulla sicurezza del paziente [14]. Obiettivo del team è quindi l’identificazione del maggior numero possibile di failure mode.

Successivamente, il team descrive gli effetti dei failure mode individuati: se non vi sono meccanismi di controllo sufficienti, i failure mode potrebbero avere esiti importanti sul paziente.

In ogni caso, anche se ogni evento potrebbe produrre un danno per il paziente, non tutti risultano ugualmente significativi in termini di esito sul paziente. Durante quest’attività, al team è richiesta una stima della gravità per il paziente di ogni failure mode, attraverso scale di valutazione, disponibili in letteratura.

In un secondo tempo, il team deve stimare, allo stesso modo, la probabilità di accadimento di ogni failure mode e la loro rilevabilità, per arrivare, attraverso il prodotto dei punteggi ottenuti con i tre criteri di valutazione, a definire l’Indice di Priorità di Rischio (IPR) [3].

Il piano delle azioni di miglioramento viene quindi costruito a partire dalla classificazione, secondo i valori IPR, dei failure mode. Il team, quindi, periodicamente monitorerà e valuterà periodicamente la sicurezza del processo e delle azioni di miglioramento adottate.

Dal 2011 presso l’IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna è utilizzata la tecnica FMEA per mappare i processi diagnostici nel servizio di anatomia patologica. Negli anni precedenti, infatti, l’analisi degli eventi indesiderati segnalati con il sistema aziendale di incident reporting aveva evidenziato criticità relative alla richiesta ed erogazione di prestazioni diagnostiche in anatomia patologica (richieste incomplete o errate, campioni istologici non confezionati correttamente, scambio di campioni, refertazioni errate, ecc.) e, dal 2012, la FMEA è stata estesa ad altri servizi diagnostici di laboratorio, al fine di individuare proattivamente le priorità di rischio su cui intervenire con azioni di miglioramento.

Al progetto aziendale, coordinato dall’Ufficio Risk Management aziendale e in collaborazione con il Servizio di Assistenza Infermieristica, Tecnica e della Riabilitazione, hanno partecipato:

  1. Servizio di Immunoematologia Trasfusionale;
  2. Banca del Tessuto Muscoloscheletrico (Cell Factory);
  3. Servizio di Anatomia e Istologia Patologica;
  4. Laboratorio di Patologia Clinica;
  5. Laboratorio di Genetica Medica e Malattie Rare.

Il progetto si è articolato nelle seguenti fasi:

  1. revisione e analisi della letteratura;
  2. costituzione di un gruppo aziendale di progetto;
  3. realizzazione di un percorso formativo rivolto ai team dei laboratori;
  4. analisi quali-quantitativa dei processi individuati con applicazione della FMEA;
  5. implementazione degli interventi di miglioramento;
  6. valutazione di efficacia degli interventi realizzati e messa a regime degli interventi validati.

Per ogni servizio/laboratorio, sono stati individuati i componenti dei gruppi di lavoro multidisciplinari (medici, biologi, tecnici di laboratorio, biotecnologi), che hanno collaborato alla scelta dei processi da analizzare. I gruppi di lavoro sono stati coordinati da referenti interni, adeguatamente formati per l’utilizzo della tecnica FMEA.

Preliminarmente all’analisi dei processi, il gruppo aziendale di progetto ha realizzato una formazione-intervento sulla tecnica FMEA rivolta ai professionisti dei laboratori coinvolti, con l’obiettivo di far acquisire ai partecipanti conoscenze e abilità tecniche per l’analisi qualitativa e quantitativa dei rischi presenti nei processi clinico-assistenziali.

La prima fase ha previsto un’attività formativa di tipo residenziale (8 ore), rivolta ai referenti dei team che hanno individuato i colleghi dei laboratori da coinvolgere. Successivamente, vi sono stati 4-5 incontri di formazione sul campo per ogni laboratorio, coordinati da uno/due tutor aziendali per ogni gruppo di lavoro con il compito di addestrare i partecipanti all’utilizzo della FMEA, e rivolti al personale sanitario dei laboratori.

Livello di gravità

Criteri di gravità

Valore

Molto alta

L’errore può provocare gravissimi danni al paziente (anche il decesso)

10-9

Alta

L’errore può provocare danni gravi

8-7

Media

L’errore può provocare danni transitori

6-5

Bassa

L’errore non provoca danni al paziente ma genera alterazioni nel normale flusso di lavoro

4-3

Nulla

L’errore non provoca nessun tipo di danno

2-1

Tabella I. Scala per la valutazione della gravità

Livello di probabilità

Criteri di probabilità

Valore

Molto frequente

Frequenza settimanale/giornaliera

9-10

Frequente

Frequenza mensile/più volte al mese

7-8

Moderata

Frequenza annuale/più volte l’anno

5-6

Bassa

Ogni 1-5 anni

3-4

Molto bassa

Frequenza > 5 anni

1-2

Tabella II. Scala per la valutazione della probabilità di accadimento

Livello di rilevabilità

Rilevabilità

Valore

Rilevabilità dell’errore quasi impossibile

I controlli disponibili non permettono di rilevare l’evento prima che esso si verifichi se non in modo del tutto casuale

9-10

Rilevabilità dell’errore bassa

I controlli disponibili permettono di rilevare l’evento prima che esso si verifichi in un basso numero di casi

7-8

Rilevabilità dell’errore alta

I controlli disponibili permettono di rilevare l’evento prima che esso si verifichi in un alto numero di casi

4-5-6

Rilevabilità dell’errore quasi certa

I controlli disponibili permettono di rilevare l’evento prima che esso si verifichi nella quasi totalità dei casi

1-2-3

Tabella III. Scala per la valutazione della rilevabilità

I team multisciplinari hanno individuato, in collaborazione con il gruppo aziendale di progetto, i seguenti processi di laboratorio da sottoporre ad analisi FMEA:

  1. “Produzione manuale del plasma ricco di piastrine (PRP)” presso il Servizio di Immunoematologia Trasfusionale;
  2. “Isolamento, espansione e rilascio di condrociti autologhi” presso la Cell Factory, afferente alla Banca del Tessuto Muscoloscheletrico;
  3. “Trattamento del campione istologico finalizzato alla formulazione di diagnosi” presso il Servizio di Anatomia e Istologia Patologica;
  4. “Percorso del campione biologico dall’accettazione al referto in laboratorio” presso il Laboratorio di Patologia Clinica;
  5. “Attività diagnostiche per pazienti affetti da malattie rare genetiche” presso il Laboratorio di Genetica Medica.

Il gruppo aziendale di progetto ha messo a disposizione dei team gli strumenti di lavoro per l’analisi FMEA e le scale per la valutazione delle modalità di incidente/errore in riferimento alla gravità degli esiti, alla probabilità di accadimento degli eventi e alla loro rilevabilità (Tabelle I, II e III).

Per ogni processo selezionato, i gruppi di lavoro hanno individuato, con un’analisi qualitativa, le master list dei failure mode presenti in ambito diagnostico, attribuendo ad ogni failure mode un “Indice di Priorità di Rischio” (IPR) e valutandoli quantitativamente secondo la frequenza di accadimento, la gravità degli effetti e la rilevabilità.

Tale analisi ha permesso di individuare le priorità di intervento e di definire le azioni di miglioramento.

Risultati e discussione

img_02_01.jpg

Figura 1. Suddivisione per tipologia delle azioni di miglioramento effettuate a seguito dell’analisi dei rischi

Per la valutazione dei risultati del progetto complessivo è stato effettuato per ogni processo un confronto degli IPR iniziali (ex-ante) e successivamente alla realizzazione delle azioni di miglioramento (ex-post), calcolando l’indice di miglioramento (IM) come rapporto tra i valori IPR ex-ante/ex-post. Un IM > 1 indica pertanto la riduzione dell’IPR dopo le azioni di miglioramento.

Per la verifica di efficacia delle azioni di miglioramento sono stati individuati gli indicatori di processo ed esito, qualora appropriati.

A seguito dell’analisi dei rischi, sono state realizzate 75 azioni di miglioramento, suddivise in (Figura 1): attività formative/informative (18,7%), modifiche organizzative (53,3%), acquisizione/manutenzione di tecnologie e attrezzature (10,7%), revisione ed elaborazione di procedure/protocolli (16%), adeguamenti strutturali (1,3%).

Per ogni processo viene riportata la master list dei primi 5 failure mode con i valori IPR più elevati (Tabelle IV, V, VI, VII, VIII).

Attività

Modo guasto/errore

IPR pre

Cause

Azione miglioramento

IPR post

Inserimento informatico della richiesta e prenotazione unità

Errata selezione dell’anagrafica del paziente; errato inserimento dati

144

Automatismi, inadeguata applicazione Istruzione Operativa, mancanza interfacciamento, regola non seguita

Utilizzo di etichette con codice a barre del paziente, redazione documento informativo per clinici

16

Scongelamento aliquote

Errato scongelamento

144

Regola non seguita, automatismi

Utilizzo di etichette con codice a barre del paziente, redazione documento informativo per clinici

16

Assegnazione unità

Errata assegnazione

144

Mancanza interfacciamento, regola non seguita

Avviamento sistema, con almeno il 90% delle funzionalità già applicate

32

Compilazione della richiesta da parte delle Unità Operative

Inadeguata compilazione della richiesta (richiesta completa o con dati errati)

140

Compilazione manuale della richiesta, regola non seguita, mancata applicazione di procedure

Utilizzo di etichette con codice a barre del paziente, redazione documento informativo per clinici

20

Giudizio di idoneità paziente

Prelievo a paziente con infezione in atto

120

Retraining del personale, redazione informativa per clinici, modifica lettera per convocazione pazienti

Retraining del personale, redazione documento informativo per clinici, modifica lettera per convocazione pazienti

18

Tabella IV. Master list del processo di “Produzione manuale del PRP”

Attività

Modo guasto/errore

IPR pre

Cause

Azione miglioramento

IPR post

Scongelamento cellule per nuova espansione

Errore identificazione o prelievo cryovial

280

Etichettatura con pennarello non completamente indelebile in fase di scongelamento

Acquisizione sistema di etichettatura/lettura dei codici dei cryovial idoneo alla conservazione in azoto liquido

224

Congelamento aliquota/e di cellule come riserva per successive espansioni, previa verifica di conformità ai requisiti

Errata attribuzione di un lotto al paziente

168

Operatore in addestramento, distrazione dell’operatore

Acquisizione di sistema di etichettatura/lettura dei codici dei cryovial idonei per la conservazione in azoto liquido

64

Verifica conformità ai requisiti di accettazione

Inizio lavorazione di prelievo di sangue midollare non idoneo

135

Mancanza/errore controllo, errore lettura documentazione, presa scorciatoia/regola non seguita

Il Controllo Qualità (CQ) deve emettere il certificato di rilascio del prelievo di sangue midollare appena disponibili gli esami sierologici del paziente/donatore; l’operatore di produzione deve accertarsi dell’idoneità sul certificato di rilascio; conseguente modifica della procedura interna e del batch record

72

Congelamento aliquota/e di cellule come riserva per successive espansioni, previa verifica di conformità ai requisiti

Congelamento lotto non idoneo

135

Mancanza di controllo, errore nel controllo/lettura della documentazione, presa scorciatoia/regola non seguita

Il CQ deve emettere il certificato di rilascio per congelamento appena disponibile l’esito dei necessari controlli microbiologici; l’operatore di produzione deve accertarsi dell’idoneità sul certificato di rilascio per congelamento; conseguente modifica della procedura interna e del batch record

108

Conteggio delle cellule e stima della vitalità

Errore nell’esecuzione del test (campionamento cellule, dispensazione reagenti, malfunzionamento nucleocounter)

125

Mancata taratura, malfunzionamento nucleocounter e micropipette, errore di digitazione, mancanza di strumento di back up

Acquisizione di secondo strumento di conta cellulare utilizzabile come back up

100

Tabella V. Master list del processo di “Isolamento, espansione e rilascio di condrociti autologhi”

Attività

Modo guasto/errore

IPR pre

Cause

Azione miglioramento

IPR post

Esecuzione di indagine radiografica su sezioni di tessuto osseo

Errata attribuzione immagine/paziente

320

Sovraccarico di lavoro, mancanza di procedura specifica, richiesta inserita manualmente

Formulazione della richiesta on line da parte del patologo

56

Descrizione macroscopica

Errore di scrittura del numero di accettazione su biocassetta

280

Ambiente di lavoro caotico, continuo accesso di altri operatori nell’ambiente stesso, presenza di un telefono con linea diretta con le sale operatorie

Doppio controllo di ogni singolo caso al termine della campionatura, prima di passare al successivo

40

Accettazione del campione istologico

Errata accettazione del campione istologico/materiale allestito

108

Mancato rispetto delle indicazioni riportate nelle procedure di servizio, ambiente di lavoro caotico con continuo accesso di altri operatori

Sensibilizzazione personale e audit a frequenza semestrale

72

Presa in carico e accettazione del campione istologico (Sale Operatorie)

Errore di identificazione paziente

80

Mancato rispetto delle indicazioni riportate nelle procedure e linee guida aziendali, comunicazione inefficace, mancata supervisione

Sensibilizzazione personale su procedure e linee guida aziendali

70

Esecuzione di indagini molecolari

Errato inserimento dati nel database di biologia molecolare

80

Il programma in uso non permette di verificare i dati inseriti

Sensibilizzazione personale e audit a frequenza semestrale

30

Tabella VI. Master list del processo di “Trattamento del campione istologico finalizzato alla formulazione di diagnosi”

Attività

Modo guasto/errore

IPR pre

Cause

Azione miglioramento

IPR post

Inserimento richiesta off-line

Non inserimento codice analisi

252

Distrazione, richiesta mal compilata

Revisione della procedura specifica che preveda un primo controllo durante l’inserimento dei dati e un secondo controllo fra il report stampato e l’impegnativa

192

Creazione di aliquote di campioni per test non eseguibili giornalmente

Mancato stoccaggio

216

Distrazione, passaggio informazioni

Redazione e diffusione Istruzione Operativa che preveda modulo di registrazione campioni al punto di accettazione. Audit

120

Etichettatura campioni in laboratorio

Scambio paziente off-line

210

Distrazione, procedura non esaustiva, stress, orario di fine turno

Revisione della procedura specifica che preveda un primo controllo di congruenza fra l’etichetta identificativa e il nome scritto sul campione in fase di etichettatura e un secondo controllo al momento del check da parte dello stesso operatore

150

Svuotamento cassette

Cassetta non svuotata

200

Distrazione, campioni mal posizionati all’interno dei presidi

Revisione della procedura specifica che preveda un doppio controllo del presidio da parte dello stesso operatore

120

Comunicazione valore critico

Valore critico non comunicato

189

Dimenticanza operatore

Stampa referto cartaceo come promemoria, riunione informativa

126

Tabella VII. Master list del processo di “Percorso del campione biologico dall’accettazione al referto in laboratorio”

Attività

Modo guasto/errore

IPR pre

Cause

Azione miglioramento

IPR post

Allestimento reazione di PCR

Scambio provette con conseguente scambio di campioni

360

Distrazione operatore, errore umano da sovraccarico

Revisione della distribuzione delle attività e dell’organizzazione

216

Purificazione amplificati

Scambio provette con conseguente scambio di campioni

360

Distrazione operatore, errore umano da sovraccarico

Revisione della distribuzione delle attività e dell’organizzazione

144

Prelievo ematico

Scambio di etichette provette

288

Ambiente caotico, distrazione operatore, errore umano da sovraccarico

Individuare una zona da dedicare al prelievo

162

Accettazione campione

Errore assegnazione categoria “Proband”

254

Distrazione operatore, ambiente caotico, omonimia

Introdurre la revisione inserimenti del giorno in due momenti diversi

150

Stoccaggio e processazione campione

Errore assegnazione etichetta identificativa

243

Distrazione operatore, sovraccarico, omonimia

Definizione di un ambiente dedicato così da eliminare distrazioni per l’operatore

216

Tabella VIII. Master list del processo “Attività diagnostiche per pazienti affetti da malattie rare genetiche”

Servizio Immunoematologia Trasfusionale

A seguito degli interventi effettuati (Tabella IV) sono stati ridotti gli indici di priorità di rischio (IPR) nel 47,7% dei failure mode individuati e complessivamente l’IPR dell’intero processo di “Produzione manuale del plasma ricco di piastrine (PRP)” è diminuito da 3.380 a 2.331, con un IM = 1,45.

Banca del Tessuto Muscoloscheletrico (Cell Factory)

A seguito degli interventi effettuati (Tabella V), per il processo di “Isolamento, espansione e rilascio di condrociti autologhi” sono stati ridotti gli indici di priorità di rischio (IPR) nel 45,2% delle attività analizzate e complessivamente l’IPR dell’intero processo è diminuito da 3.097 a 2.567, con un IM=1,20.

Laboratorio di Anatomia e Istologia Patologica

A seguito degli interventi effettuati (Tabella VI) sono stati ridotti gli indici di priorità di rischio (IPR) nel 22% delle attività analizzate e complessivamente l’IPR dell’intero processo relativo al “Trattamento del campione istologico finalizzato alla formulazione di diagnosi” è diminuito da 2.036 a 1.440, con un IM = 1,41.

Laboratorio di Patologia Clinica

A seguito degli interventi effettuati (Tabella VII) sono stati ridotti gli indici di priorità di rischio (IPR) nel 41,2% delle attività analizzate e complessivamente l’IPR dell’intero processo è diminuito da 2.111 a 1.685, con un IM = 1,25.

Laboratorio di Genetica Medica e Malattie Rare

A seguito degli interventi effettuati (Tabella VIII), sono stati ridotti gli indici di priorità di rischio (IPR) nel 44,1% delle attività analizzate e complessivamente l’IPR dell’intero processo è diminuito da 3.302 a 2.334, con un IM = 1,41.

Conclusioni

Nell’ambito della diagnostica di laboratorio dell’IRCCS IOR, l’applicazione della tecnica FMEA ha permesso di individuare le priorità di rischio e di poter intervenire con azioni di miglioramento.

Tutti i laboratori hanno realizzato le attività e gli interventi programmati nei piani di miglioramento nei tempi previsti dal progetto: nel 2011 l’avvio della sperimentazione e della relativa formazione, nel 2012 la realizzazione della analisi FMEA e dei piani di miglioramento e nel 2013 la rivalutazione dei processi.

I diversi interventi di miglioramento hanno previsto attività formative (audit, corsi di formazione, ecc.), modifiche organizzative (introduzione di doppi controlli e/o checklist), redazione/revisione di procedure/protocolli, acquisizione/manutenzione di attrezzature e tecnologie e adeguamenti strutturali. Dopo circa 12 mesi dalla loro realizzazione e dal monitoraggio degli indicatori precedentemente individuati, è stata effettuata una rivalutazione dei processi. In tutti i processi vi è stata una riduzione degli IPR totali dopo la realizzazione delle azioni di miglioramento, con un IM > 1 (Figura 2).

img_02_02.jpg

Figura 2. Variazioni IPR pre vs IPR post azioni di miglioramento

La tecnica FMEA è tuttora utilizzata presso l’IRCCS IOR e i processi annualmente vengono monitorati e rivalutati mediante la FMEA.

La FMEA, a nostro parere, non soltanto ha permesso di agire proattivamente sui pericoli presenti nei processi di laboratorio, stimolando la riflessione dei professionisti nell’individuazione delle possibili azioni di miglioramento, ma, ancor prima, li ha portati a un maggior grado di consapevolezza sui processi che li vedono quotidianamente coinvolti.

Inoltre, ma non di minore importanza, tale lavoro, pur essendo impegnativo per i professionisti coinvolti, li ha coinvolti attivamente e ne ha stimolato il confronto e il grado di coesione, aumentando la diffusione e la consapevolezza della cultura preventiva del rischio tra gli operatori [17].

RINGRAZIAMENTI

Si ringraziano per il loro contributo alla realizzazione del progetto aziendale IOR “Applicazione della tecnica FMEA-FMECA nei Servizi Diagnostici per l’analisi proattiva dei rischi clinici” i seguenti referenti di gestione del rischio di Unità Operativa: Alessandra Bassi, Stefania Benini, Patrizia Bersani, Giorgia Bertoni, Manuela Locatelli, Loredana Pratelli, Livia Roseti, Monica Stevanin, Morena Tremosini, Milena Vaccari, Teresa Venezian.

Bibliografia

  1. Raab SS, Grzybicki DM, Janosky JE, et al. Clinical impact and frequency of anatomic pathology errors in cancer diagnoses. Cancer 2005; 104: 2205-13; http://dx.doi.org/10.1002/cncr.21431
  2. McDermott RE, Mikulak RJ, Beauregard MR. The basic of FMEA, 2nd ed. New York: Productivity Press, Taylor and Francis Group, 2009.
  3. Basini V, Cinotti R, Di Denia P, et al. FMEA - FMECA. Analisi dei modi di errore/guasto e dei loro effetti nelle organizzazioni sanitarie. Sussidi per la gestione del rischio 1. Dossier n. 75/2002 - Agenzia sanitaria e sociale regionale, Regione Emilia-Romagna
  4. Hergon E, Rouger P, Garnerin P. Preventing deficiencies in the transfusion process. Transfus Clin Biol 1994; 1: 455-65; http://dx.doi.org/10.1016/S1246-7820(06)80030-3
  5. Marey A, Coupez B, Gruca L, et al. Impact of a quality approach for transfusion safety on prescription, circuit optimization, traceability. Transfus Clin Biol 1997; 4: 469-84; http://dx.doi.org/10.1016/S1246-7820(97)80065-1
  6. Cohen MR, Senders J, Davis NM. Failure mode and effects analysis: a novel approach to avoiding dangerous medication errors and accidents. Hosp Pharm 1994; 29: 319-24; http://dx.doi.org/10.1097/00152193-199402000-00018
  7. Francesconi F, Valmigli S, Francesconi R, et al. La mappatura dei rischi clinici in un pronto soccorso mediante l’applicazione del metodo FMEA/FMECA. Scenario 2014; 31: 25-33. Disponibile all’indirizzo http://www.aniarti.it/it/content/la-mappatura-dei-rischi-clinici-un-pronto-soccorso-mediante-lapplicazione-del-metodo (ultimo accesso luglio 2015)
  8. De Rosier J, Stalhandske E, Bagian JP, et al. Using health care failure mode and effect analysis: the VA National Center for patient safety’s proactive risk analysis system. Jt Comm J Qual Improv 2002; 28: 248-67, 209
  9. Duwe B, Fuchs BD, Hansen-Flaschen J. Failure mode and effects analysis application to critical care medicine. Crit Care Clin 2005; 21: 21-30; http://dx.doi.org/10.1016/j.ccc.2004.07.005
  10. Roseti L, Serra M, Bassi A, et al. Failure mode and effects analysis to reduce risks of errors in the good manufacturing practice production of engineered cartilage for autologous chondrocyte implantation. Curr Pharm Anal 2015; 11: 1-12 http://dx.doi.org/10.2174/1573412911666150604233714
  11. Joint Commission on Accreditation of Healthcare Organizations. Patient Safety Standards-Hospitals: Standard LD.5.2. Effective 7/1/2001
  12. ISO/TS 22367: 2008. Medical Laboratories - Reduction of error through risk management and continual improvement. Disponibile all’indirizzo http://www.iso.org/iso/catalogue_detail.htm?csnumber=40918 (ultimo accesso luglio 2015)
  13. Chiozza ML, Ponzetti C. FMEA : A model for reducing medical errors. Clin Chim Acta 2009; 404: 75-8; http://dx.doi.org/10.1016/j.cca.2009.03.015
  14. European Medicines Agency, 31 January 2011. EMA/INS/GMP/79766/2011. Quality Risk Management (ICH Q9). Disponibile all’indirizzo http://www.rsihata.com/updateguidance/2011/WC500002873.pdf (ultimo accesso luglio 2015)
  15. Regulation (EC) No 1394/2007 of the European Parliament and the Council on advanced therapy medicinal products and amending Directive 2001/83/EC and Regulation (EC) No 726/2004. Official Journal of the European Union L 324/121-37. 10/12/2007. Disponibile all’indirizzo http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2007:324:0121:0137:en:PDF (ultimo accesso luglio 2015)
  16. Joint Working Group of the ISO Committee on Consumer Policy (COLPOLCO) and IEC Advisory Committee on Safety (ACOS), ISO/IEC Guide 51:2014. Safety aspects – Guidelines for their inclusion in standards. Disponibile all’indirizzo http://www.iso.org/iso/iso_catalogue/catalogue_tc/catalogue_detail.htm?csnumber=53940 (ultimo accesso luglio 2015)
  17. Caminati A, Di Denia P, Martini C, et al. 4.1. Applicazione della tecnica FMEA/FMECA per l’analisi proattiva dei rischi in ambito ostetrico/ginecologico. In: Cinotti R, Di Denia P, (a cura di). Gestione del rischio in Emilia-Romagna 1999-2007. Sussidi per la gestione del rischio 8. Dossier n. 146. Agenzia sanitaria e sociale regionale, Regione Emilia-Romagna: 2007. pp. 107-17

Refback

  • Non ci sono refbacks, per ora.


Copyright (c) 2015